DIMISSIONI PRESIDENTE ACCAM
Pubblicato il 15/03/2016
Apprendiamo dagli organi di informazione che il Presidente di ACCAM si sarebbe dimesso. Rileviamo altresì che tale notizia non è stata comunicata ai soci. Il Comune di Busto Arsizio però ne era perfettamente a conoscenza, tanto che il Sindaco Farioli si è precipitato a rilasciare dichiarazioni e a diramare (ci chiediamo a che titolo?) convocazioni del “Presidente, del Collegio dei revisori, della società di revisione e del presidente del Comitato di controllo analogo”.
Leggiamo altresì che, stando alle dichiarazioni della stampa, il Sindaco di Busto Arsizio - riapparso sulle vicende ACCAM dopo aver a lungo lasciato la scena ad una delle candidate alla sua successione - avrebbe scaricato le responsabilità delle dimissioni dell’ing. Cremona sulla “constatata scarsa disponibilità di alcuni soci nello sviluppo del piano”.
Non siamo in grado di capire a quale piano si riferisca il Sindaco Farioli, visto che nessun piano industriale è mai stato presentato. Sappiamo invece che la verità è molto, molto lontana dagli scenari dipinti dal Sindaco di Busto. Siamo infatti convinti che le dimissioni del Presidente siano solo l’effetto della tardiva presa di coscienza della serietà e dell’importanza di varie questioni, in primis quelle da noi inutilmente poste sul tavolo di ACCAM da oltre un anno:
1) non si può chiudere un impianto come quello di Borsano senza un adeguato piano industriale;
2) non si può fare scelte che azzerano il capitale sociale di un’azienda senza tener conto che i Comuni-soci dovranno ripianare le perdite;
3) non si può avviare nuovi investimenti (fabbrica dei materiali) senza soldi in cassa (la perdita del 2015 si aggira sui 4,5 milioni) e senza crediti bancari.
Si tratta di concetti semplici e basilari sui quali abbiamo in più occasioni e con varie forme sollecitato risposte dell’azienda. Ora, stando sempre alle dichiarazioni giornalistiche, pare che gli stessi quesiti siano stati posti dai revisori dei conti e dalla società di revisione.
Quando ponevamo noi queste domande le reazioni erano variegate: alcuni ci accusavano di essere succubi di dirigenti burocrati; altri, essendo troppo invaghiti di scenari avveniristici, non riuscivano proprio a capirci; altri ancora – fra cui il Presidente, persona dinamica ma poco avvezza alle cose e alle società pubbliche – ci guardavano con aria di superiorità, ritenendo che con un po’ di fantasia e con qualche forzatura privatistica, tutto si potesse risolvere; qualcuno – fra cui sicuramente l’assessora bustocca Reguzzoni – ci comprendeva invece benissimo, ma sceglieva di attaccarci, al fine di distogliere l’attenzione dai veri problemi e sperando che le questioni sacrosante da noi sollevate potessero ricevere pubblica risposta solo fra qualche mese e comunque dopo le elezioni di primavera.
Purtroppo per noi e per tutti costoro, i nodi stanno venendo al pettine subito, quando ancora mancano 3 mesi alle elezioni. E ora a sollevarli non siamo noi, ma organi dell’azienda il cui parere è difficilmente attaccabile o strumentalizzabile.
Questa volta, oltretutto, è molto difficile dare la colpa a Legnano: il 9 marzo scorso il nostro Consiglio Comunale ha infatti dato mandato di stipulare il contratto di servizio per il biennio 2016/17 togliendo ogni alibi a coloro che oggi volessero attribuire alla mancata stipula del contratto legnanese ogni responsabilità sul futuro della società (sino ad oggi abbiamo comunque conferito i nostri rifiuti all’impianto, senza quindi penalizzare la società).
Su ACCAM è dunque ora di smetterla con l’arroganza, l’incompetenza, la superficialità e la strumentalizzazione di vicende che sono serie e delicate.
Serve rispetto per tutti in primo luogo per coloro, come noi, che da troppo tempo hanno messo sul tavolo, inascoltati, le questioni vere sulle quali è venuto il momento di fornire risposte serie, adeguate, puntuali e corrette.